venerdì 30 agosto 2013

RECENSIONE DI BIGODINI SPARLANTI a cura di GIOVANNA ALBI

Antonella Musardo, ironica e satirica nell’anima, scrive poesie in vernacolo e testi di cabaret, da parrucchiera si trasforma in “scritturiera”, aprendo nel 2007 un blog dove si racconta nell’alter Ego di La Ggina attraverso fatti realmente accaduti nel suo salone di parrucchiera. Si racconta, certo, perché il blog null’altro è che uno stratagemma ben studiato e assolutamente esilarante per fuggire la noia del quotidiano e fugare anche le ombre della malinconia che ogni tanto l’assale. Come tutti i comici ha infatti una vena intimistica da non sottovalutare che stempera con l’autoironia. Più che di comicità si tratterebbe pirandellinamente di “umorismo” che è la capacità di cogliere “il sentimento del contrario”, cioè il comportamento del soggetto dissonante rispetto a ciò che la convenzione imporrebbe. Per cui il lettore non solo ride, ma ha anche un sentimento di compartecipazione alla vita della varia umanità che si agita nel salone di La Ggina, facendo mostra delle sue emozioni, dei suoi sentimenti e risentimenti, mettendo sulla bancarella se stessa, raccontando ciò che si dovrebbe tacere e facendo alla Ggina confidenze che dovrebbe tenere per sé.
Con la medesima intenzione e impostazione del blog, certo in una forma più strutturata, Antonella Musardo esordisce nella letteratura con Bigodini sparlanti Aletti editore nell’ottobre del 2012, elaborando in una forma umoristico-comico-satirica quanto avviene nel suo salone, cogliendo con sottile spirito di osservazione i comportamenti delle sue clienti che si abbandonano tranquillamente al racconto della loro vita, dei loro pensieri, delle loro relazioni con la famiglia e col mondo esterno. Sicché il salone diventa un confessionale, un lettino dell’analista, lo studio di uno psicologo e si rivela ancora una volta pungente il bisogno umano, troppo umano di parlare, sparlare, ciarlare; bisogni che la Ggina raccoglie pazientemente mettendo a rischio anche i suoi equilibri interni, perché non di rado le clienti proprio di lei sparlano “apertis verbis”, sottolineando il suo sovrappeso e mettendo in dubbio le sue capacità di parrucchiera o esigendo che la Ggina sia a loro completa disposizione. Allora la Ggina ingoia bocconi amari, ma subito la soccorre l’ironia a sdrammatizzare l’offesa subita. Fine psicologo, la nostra Ggina coglie punti di forza e di debolezza della umanità, perché il suo salone diventa un microcosmo di una realtà più vasta che è l’umanità tutta. Nel salone , come in una commedia plautina,si trattano temi standard (rapporto moglie –marito, madre-figlio, suocera-nuora, corna e tradimenti a non finire, lamentele sulla vedovanza, crisi matrimoniali, sotterfugi umani, superstizioni locali) e come in una commedia plautina si ride a crepapelle non senza una vena di malinconia, che dà spessore alla narrazione. La risata grassa e sguaiata non è la finalità dell’opera, ma lo è invece il tentativo della Ggina di auto analizzarsi, di mettere alla prova la sua complicità o la sua capacità di sopportazione nei riguardi delle clienti più petulanti.
Giovanna Albi nasce a Teramo, dove si diploma al Classico 
con 60/60 ed è premiata per aver elaborato il
 tema migliore d'Italia. Si laurea in lettere classiche 
e in Filosofia con 110/110 e lode. Segue un tirocinio
 psicoanalitico lacaniano della durata di sette anni.
 Non soddisfatta di questa esperienza, diventa pellegrinaù
 a piedi alla volta di Santiago. lungo la via Francigena 
dal Monginevro a Roma, sulle orme di
 San Francesco da La verna a Poggio Bustone.
 Queste esperienze le cambiano la vita:
 non trova la fede, ma incontra
 tanta gente disperata, che arricchisce
 la sua anima e dà loro conforto durante il cammino. 
Appassionata della lettura, decide di scrivere ed 
esordisce del 2010 con un diario psicoanalitico
 in cui racconta gli effetti devastanti
 di una psicoanalisi sbagliata.
 L'opera raggiunge un discreto successo
 e viene selezionata per il London Book Fair del 2011.
 Nel 2011 pubblica con la Robin il libro dal titolo
 “L'avventura di Santiago”, in cui con riferimenti 
filosofici, poetici, letterari e sacri riporta la sua 
esperienza del cammino: non è una guida né un
 diario, ma un romazo-saggio popolato dei luoghi
 e delle persone che incontra durante il cammino:
 Lo stile è lirico, una sorta di poesia in prosa. 
Nel 2011 pubblica sempre con la Robin il suo terzo romanzo-saggio Odore di bimbo-La storia di Chiara.
Giovanna Albi insegna latino e greco dal 1987 e collabora con l'Università degli studi di Perugia

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